Lascia che piova

Non è certo facile svestirsi l’anima e porsi davanti a uno specchio: non solo perché gli occhi degli altri ti osservano, ma soprattutto perché sono i tuoi a scrutarti. Non è facile, ma talvolta è necessario, come dimostra Lascia che piova, in cui Chiara Casasola denuda le sue pieghe più intime per far chiarezza a sé stessa di sé stessa, innanzitutto, mettendo in ordine gli strumenti del suo mestiere (che non sono solo le parole, ma anche le emozioni: chi vuole scrivere d’amore deve prima capire di che si tratta); ma anche per sussurrare a qualcun altro: “Non sei solo”.
In queste pagine Casasola innalza un inno ai ricordi non vissuti e agli amori non sbocciati, a chi si sente sbagliato ma è semplicemente
unico, al dolore e alla pioggia, alla capacità, costruita con fatica e sempre precaria, di pedalare in equilibrio tra gli abissi della vita; ma soprattutto, alla consapevolezza che per essere pieni occorre prima essere vuoti, “perché non si può riempire qualcosa che prima non si è svuotato”.