La distinzione
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Descrizione
Di chi è la voce che parla, in poesia? A chi parla, e per dire cosa? In questo libro si fondono e si mescolano monologhi e lingua comune, introversione e ascolto, chiacchiere prese dal quotidiano (tram, sale d’attesa, tavolini del bar) o dai social network (i veri luoghi d’incontro nel XXI secolo), tracce e risonanze di classici e contemporanei (da Mann, Hamsun, Foster Wallace e Sarah Kane a Di Ruscio, Bordini e Nathalie Quintane). La distinzione è un modo di essere nel mondo, tra gli altri, scoprendosi esposti alla stessa esuberanza verbale e alla stessa fragilità corporea: centro simbolico è l’ospedale, dove il male e la cura sono le due facce di un’umanità che resiste all’inevitabilità della fine, al suo annuncio, alla sua imminenza e chiede di essere raccontata proprio nel suo svanire o disperdersi entro le microstorie dell’indistinto («Guardatemi, scompaio»). Ma non si tratta di annegare nella cupezza: le voci degli zombie ospedalieri sono, alla fine, vitali, non hanno paura di comunicare il desiderio di nutrirsi, di durare, di trasformare costrizioni e limitazioni in occasioni di vicinanza, condivisione, socialità. Chi ha il coraggio di morire ha anche quello di ridere, rovesciando la massima famosa. E qui, tra corpi difettati e disfunzioni psichiche, memorie sbriciolate e ipocondrie ossessive, ogni tanto, effettivamente, e di cuore, si ride.
Autore
Gilda Policastro
è scrittrice e critica letteraria. Ha esordito come poetessa con Stagioni («Decimo quaderno italiano di poesia contemporanea), confluito in Non come vita (Aragno, 2013). Insegna Letteratura Italiana, cura i corsi di poesia per l’Accademia Molly Bloom, è redattrice di «Le parole e le cose» e di «Snaporaz». Tra i suoi libri più recenti, il romanzo La parte di Malvasia (La Nave di Teseo, 2021) e il saggio L’ultima poesia. Scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi (Mimesis, 2021).
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