Lettere agli amanti-anteprima articolo

È uscito il 25 agosto per Giulio Perrone Editore l’ultimo libro di Lorenzo Gioielli, Lettere agli amanti. Attore e regista, Lorenzo Gioielli scrive per il teatro e per il cinema ed è direttore artistico della Scuola di Teatro e Arti Performative (STAP) del gruppo Brancaccio-Sala Umberto. I 24 racconti che compongono Lettere agli amanti sono dedicati a tutti coloro che, in modi diversi, abbiano vissuto l’amore, con le sue gioie, il suo dolore e le sue contraddizioni.

L’amore, felice, sopito, disperato o finito si nasconde tra le mura di una casa, nel silenzio opprimente degli oggetti e nello sguardo sperduto di un amante tradito/a. Perché l’amore nelle 24 lettere scritte da Lorenzo Gioielli si manifesta in tutte le sue infinite sfaccettature propagandosi in ogni angolo, accompagnato da tutte le sue inesattezze, i suoi abbagli e la sua mutevolezza. L’amore, in questi racconti, in questi scorci di vita, non è sempre un sentimento vivo e avvolgente ma è anche il suo contrario: è anche rabbia, fine e assenza.

Dettaglio della copertina realizzata dall’Art Director Claudia Intino

Il complicato rapporto tra genitori e figli, le passioni e le discordanze che governano le relazioni di coppia, i legami che permangono dopo la morte e la solitudine stessa si delineano nei racconti di Gioielli, mostrando anche lo smarrimento – tutto umano – che li caratterizzano. Presi/e dall’amore, costruiamo relazioni e famiglie; presi/e dall’amore, siamo disposti/e a tradire un amico o ad andare da un guaritore che, lo sappiano, non potrà salvare chi amiamo; presi/e dall’amore, non ci perdoniamo i non detti. In Lettere agli amanti c’è poi anche l’illusione e il fallimento dell’amore, quello che era e ora non è più, ciò che sembrava e non è mai stato.

Scrivono d’amore e parlano di tragedia queste lettere, perché sarete pure amanti, ma questo vi rende solo più prossimi alla catastrofe. L’amore d’altronde è soltanto una scusa, forse la migliore: una scusa per incontrarsi, sfiorarsi, per essere crudeli e per lasciarsi.

Come accade nella diciannovesima lettera scritta da Lorenzo Gioielli, a volte, di tutto l’amore che ci si è dati, di tutta la vita trascorsa insieme rimangono solo dei segni e qualche parola: tu ed io.

Così capisce. Mette la mano nella tasca destra del pigiama, dove non c’è nulla, poi in quella sinistra. Il contatto con la carta ripiegata le fa mancare le gambe e gli cade addosso. Il suo odore è ancora lì, immobile, la piccola bolla di profumo del suo dopobarba, quello che le stessa gli ha messo al mattino dopo averlo lavato. Con la sua testa vicina apre il foglietto. Segni, solo segni, poi un tu, poi righe e onde, niente che si capisca. Un io e un’altra parola, dire, forse. Nient’altro.  

Lorenzo Gioielli, Lettere agli amanti, pag. 125