Il 27 ottobre è uscito l’ultimo libro di Giulia Caminito, Amatissime, pubblicato da Giulio Perrone Editore e parte della collana Mosche d’oro. La scrittrice ed editor, che ha vinto il Campiello con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani 2021) ed è stata finalista al Premio Strega, nutre da anni una grande passione per le opere e la storia delle scrittrici. In questo volume, Giulia Caminito ha raccontato le più amate, delineandone la vita e il lavoro di scrittura. Per raccontarle ha utilizzato per ciascuna un approccio diverso, nell’osservanza delle loro inclinazioni personali, del loro rapporto con la scrittura e di quello che loro stesse volevano venisse taciuto.

Come esempio, basti citare alcune frasi del capitolo dedicato a Morante, il primo che apre il volume:

E allora, giacché questo non vuole essere un rovistare ma un raccontare, io prenderò per buona l’infanzia che Morante ci ha raccontato (tra articoli, biografie, interviste), la quale è probabile si allontani per menzogne dall’infanzia reale, ma è poi così importante sapere la verità?.

Amatissime di Giulia Caminito

Non un frugare indiscriminato quindi, ma un narrare rispettoso che tiene conto della volontà, della personalità di queste scrittrici e delle immani tragedie che sono state costrette ad affrontare.

Il dialogo di Giulia Caminito con le antenate amatissime

Le scrittrici raccontante da Caminito, come dicevamo, sono cinque: Elsa Morante, Paola Masino, Natalia Ginzburg, Laudomia Bonanni e Livia De Stefani. Nel corso del testo, la storia di queste scrittrici si intreccia in modo originale con la biografia di Caminito, che ricollegandosi ad alcuni elementi focali della loro vita e del loro lavoro, apre scorci sulla sua stessa infanzia e tratteggia il suo personale percorso nell’editoria. Inoltre, questi stessi elementi diventano un modo per guardare da un punto di vista diverso lo scorrere della storia, le trasformazioni avvenute nel Paese. A titolo di esempio, nel secondo capitolo, i vestiti diventano il punto di connessione tra la vita di Paola Masino e Giulia Caminito ma anche un modo per rintracciare i cambiamenti avvenuti tra un’epoca e l’altra. Prima di leggere una citazione dal secondo capitolo di Amatissime, è bene sottolineare che Paola Masino fu autrice di un’autobiografia dal titolo Album di vestiti, uscita postuma nel 2015, nella quale ripercorre la sua vita seguendo il ricordo degli abiti indossati:

Se io e Masino abbiamo condiviso quindi questi atti scellerati di ribellione d’abito, c’è qualcosa che però ci differenzia in maniera lampante da quando nella mia vita entra di gran carriera la fast fashion e mi ritrovo a girare – esaltata – per centri commerciali, potendo comprare con dieci euro dai guanti ai vestiti corti, dalle minigonne alle magliette con stampe. Fu allora che comincia a cambiare abiti compulsivamente, per fare mostra di novità continue e di intercambiabili indumenti al battito di ciglia. […] Mentre la moda di Masino è stata in quegli anni ancora quella del riuso e dell’accomodamento. Gli abiti venivano rifatti da altri abiti ormai usciti di moda o usati dai parenti. […] Le ragioni erano certo economiche ma per Masino anche romantiche.

Amatissime di Giulia Caminito

Nel capitolo dedicato a Natalia Ginzburg, invece, è il giardino, in tutte le sue diverse manifestazioni, il fil rouge: il giardino come luogo di favole e di incontri ma anche il giardino come luogo buio e inospitale, illuminato solo per gli altri. Caminito ne rintraccia la presenza in moltissimi racconti di Natalia Ginzburg nei quali acquisisce di volta in volta una simbologia diversa. Al giardino dell’infanzia di Natalia Ginzburg nella casa torinese si ricollega il ricordo del giardino della casa di infanzia di Caminito: un luogo in cui si affollano la vita, le compagnie e i ricordi e la nostalgia, quando viene il momento di lasciarlo.

Dettaglio della copertina realizzata dall’Art Director Claudia Intino

Il lavoro di recupero per ritrovare le Amatissime madri di penna

Giulia Caminito nel suo libro lo dice chiaramente: per molte scrittrici la dimenticanza era iniziata presto quando erano ancora in vita, fino a condurre alcune di loro ad abbandonare definitivamente la scrittura dopo avervi dedicato gran parte della loro esistenza. Una dimenticanza così profonda, resistente e lunga da farle cadere totalmente nell’oblio. È questo il caso di Laudomia Bonanni, scrittrice aquilana protagonista del quarto capitolo di Amatissime, vincitrice di premi letterari, protagonista di recensioni entusiaste e in contatto con i più importanti intellettuali del periodo che, ad un certo punto della sua vita, smise completamente di scrivere. Nel corso del capitolo a lei dedicato Caminito si domanda cosa avrebbe potuto spingere una scrittrice così prolifica ad abbandonare la scrittura e ci dà una risposta: “sbiadire all’impiedi, sulla porta, mentre di là iniziano nuove feste e balli, nuovi sono i volti, nuove sono le scritture, la tua ha fatto le rughe”, vedere il tuo ultimo romanzo rifiutato e con lui anche la donna che sei stata. Ritrovare la sua voce non è stato quindi un procedimento facile per Caminito che si è dedicata a un minuzioso lavoro di recupero facendo ricerca negli archivi, nelle fondazioni e nelle case museo, mettendosi in contatto con eredi e ricercatori e mandando una lunga serie di mail.

Lo stesso destino di dimenticanza riguarda anche l’ultima protagonista di Amatissime, Livia De Stefani, una scrittrice siciliana che aveva trascorso la sua vita a Roma. Caminito si concentra in modo particolare sulla sua raccolta di racconti, Gli affatturati, con la quale la scrittrice vinse anche un premio inedito a Venezia e su un romanzo che le valse un grande successo Viaggio di una sconosciuta. Di lei ci dice che non esiste una biografia ufficiale e che dopo la pubblicazione da parte di grandi editori italiani era stata dimenticata. Anche in questo caso, Caminito riprende il suo consueto lavoro di ricerca e recupero, difficile e pieno di ostacoli, perché in questa circostanza le informazioni rintracciabili sono davvero pochissime. E allora sorgono le domande che accompagnano e costellano tutto il libro:

Come fare a salvarla, come fare a salvarci, quando restano i fogli nelle cartelline e i libri nelle librerie non si trovano più e non c’è nessuna voce sull’enciclopedia? […] A chi chiedere per tenere insieme le ossa di carta di questa e nostre scrittrici e di questi nostri scrittori invisibili?

Amatissime di Giulia Caminito